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Il Tappeto Turcomanno Occidentale Stampa E-mail

 

(fonte tappetorientale.blogspot.com)

 

Nella storia dei tappeti d'Oriente il territorio del Turkestan Ocidentale riveste un'importanza eccezionale.

Furono infatti le genti locali, tantissimi secoli or sono, a iniziare ad annodare i primi manufatti destinati a costituire i principali utensili nella vita semplice e spartana dei nomadi. La produzione dei tappeti, molto diffusa fino al XIX secolo ha costituito il principale aspetto unificante nelle usanze delle numerose tribù locali, che un'antica tradizione indica come i discendenti dalla bellicosa popolazione altaica Oguz.

Chiamati in occidente fino a pochi decenni fa con il nome generalizzante di Bokhara (nome di una città di raccolta) questi tappeti sono caratterizzati dall'uso dello stesso colore continuamente ripetuto e mai discosto dal rosso, bruno e nero, la loro decorazione a linee dritte e spigolose, contorte e sofferte, parlano di solitudine, di fatica, di mesi di isolamento al freddo invernale o sotto il sole delle steppe, di senso racchiuso di difesa, di incomunicabilità scelta, forse come fedeltà alla propria tribù.

Come si spiegherebbe altrimenti la relativa povertà di influssi esterni, la testardaggine orgogliosa con cui da centinaia di anni i tappeti turcomanni restano fermi ad uno schema fisso, ripetendo sempre gli stessi disegni e le stesse tinte?

I decori dei tappeti turkmeni (turcomanni) occidentali sono comunemente detti gul e vengono distribuiti su ordinate file, spesso alternati a motivi geometrici minori dalla forma variabile.

E' spesso dalla differente forma dei gul che si riescono a riconoscere produzioni di talune tribù rispetto ad altre che agli occhi dei principianti o profani possono invece risultare uguali. Le testate di questi manufatti (spesso molto ampie) presentano sovente decori a sumak o kilim con decori geometrici. I nodi impiegati possono essere asimmetrici come simmetrici mentre il materiale utilizzato è quasi sempre lana su lana, con rari casi di utilizzo di seta o cotone mercerizzato.

Accanto alla produzione di tappeti si realizza una vasta serie di oggetti/utensili utili ad arredare la tenda o yurta e che destano tra gli etnografi un enorme interesse culturale. Oggi si sta perdendo la tradizione dell'annodatura, poichè il contatto con popolazioni straniere ha quasi completamente eliminato le caratteristiche migliori dell'artigianato locale, a causa dell'utilizzo di scadenti colori all'anilina e di motivi decorativi importati dalla Persia.

Alcune tipolgie di tappeti turcomanni occidentali sono i Tekkè, gli Ersari, i Salor, i Chodor, i Saryk e gli Yomut (o Yamoud)


 
Christie's 17/3/09 Stampa E-mail

 

Asta Christie's del 17 Marzo '09 "Interiors, including Carpets" presso South Kensington - 85 Old Brompton Road - London SW7 3LD - UK

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Il Nain quadrato più grande mai realizzato Stampa E-mail

 

(fonte tappeti.info)

I record bizzarri e inutili fanno sempre grande notizia ma questo è veramente strabiliante, un tappeto grande 400 metri quadrati ha comportato numerose sfide produttive ma è ancora presto per sapere se questo esemplare sarà registrato dal Guiness World Records

Il tappeto proviene dalla città di Nain in Iran, un piccolo paese di circa 15.000 abitanti nel centro dell’Iran vicino a Isfahan famoso in tutto il mondo per i suoi tappeti pregiati.

Per annodare questo tappeto record è stato necessario costruire un telaio di acciaio di 24×24 metri, un altro record! Ha richiesto il lavoro contemporaneo di 25 abili artigiani in doppi turni di 8 ore al giorno per 6 anni per annodare a mano il tappeto di 400 mq. con 490.000 nodi/mq.

 

Per annodare questo tappeto record è stato necessario costruire un telaio di acciaio di 24×24 metri, un altro record! Ha richiesto il lavoro contemporaneo di 25 abili artigiani in doppi turni di 8 ore al giorno per 6 anni per annodare a mano il tappeto di 400 mq. con 490.000 nodi/mq.

Nella scheda tecnica ci sono numerose informazioni, ecco alcuni curiosi dati sui materiali e le quantità:

- 2.250 kg di lana fine

- 300 kg di seta naturale

- 1.280 kg di cotone

Il tappeto record è stato esposto al pubblico dal 17 al 20 gennaio 2009 ad Hannover al Domotex, la più importante fiera in Europa del settore dei tappeti.

 

 
I Gabbeh Stampa E-mail
 
I Serapi: esistono davvero? Stampa E-mail

 

Il mercato dei tappeti non è mai stato così a corto di fantasia nello spiegare la struttura, i formati, o le tipologie degli stessi.

Uno degli esempi più divertenti di questo, è il concetto per il quale i klim tessuti e cuciti nel mezzo, siano stati eseguiti come "tappeti da matrimonio", tessuti per una metà dalla sposa e dalla sua famiglia, e per l'altra metà dalla famiglia dello sposo, e la cui giunzione simboleggi la stessa unione coniugale. In realtà, molto più "prosaicamente", tali klim sono stati tessuti così per la mancanza di telai grandi abbastanza per evitare la giunzione.

Si tende quindi a "colorare" storie come questa, inventando più o meno divertenti aneddoti, piuttosto che creare una strategia valida di vendita e, soprattutto, prepararsi accuratamente sui prodotti che si propongono.

Una delle "storie" più persistenti, è quella per la quale esistessero nell'ultimo quarto del XIX secolo tessitori nel Nordest Iraniano che annodavano un tappeto oggi denominato "Serapi". La cosa riveste una importanza ancor più evidente, se si pensa che oggi i Serapi sono tra i tappeti più costosi e ricercati.

Fermo restando che il termine Serapi non ha nulla a che vedere con il "Serape", altro nome dei poncho messicani, bisogna dire che vi è un villaggio, nel nord dell'Iran, chiamto Serab, oggi abbastanza noto soprattutto per la produzione di passatoie a disegno geometrico su fondo color cammello, ma va altresì detto che la struttura anche tecnica di tali tappeti è estremamente diversa da quella dei tappeti comunemente chiamati Serapi.

 


 

I Serapi sono a tutti gli effetti invece un particolare tipo di Heritz; anzi, a dirla tutta, rappresentano la fascia più alta, in temini di bellezza e qualità di tale produzione, e probabilmente anche i più antichi tra essi. I tappeti tessuti ad Heritz infatti sono generalmente "rozzi", con una densità di nodi estremamente bassa, nervature evidenti sul rovescio, e fanno largo uso, soprattutto dagli inizi del ventesimo secolo, di trame di cotone color azzurro.

I Serapi, al contrario, possono raggiungere una densità di nodi anche tripla (fino a 140.000 nodi a m2) ed usano trame di cotone color avorio, sono più morbidi e più rasati e sottili degli Heritz.

Guardando attentamente un Serapi si può comunque facilmente intuire che appartiene alla stessa tradizione e concezione di annodatura degli Heritz che, va ricordato, nacquero come un "adattamento"  da parte delle popolazioni dell'Azerbaijan Persiano, ai primi Sarouk Ferahan, modificati secondo uno stile più geometrico, astratto, e con decise influenze "tribali".

Come gli Heritz, i Serapi presentano quasi sempre un medaglione centrale di grosse dimensioni, dal quale si diramano palmette stilizzate, tralci, foglie e fiori. In termini di realizzazione quindi, ciò che distingue i Serapi dagli Heritz è l'approccio più raffinato, la maggiore finezza e proporzione dei disegni e, ad esempio, il maggior risalto e l'eleganza che si ottiene, lavorando il disegno dei medaglioni e delle palmette su fondi più omogenei e contrastati.

 


 

Ma allora c'è da chiedersi: "Perchè questa differente etichettatura?"

La risposta risale probabilmente agli anni '50 del XX secolo quando, in seguito allo scadimento qualitativo delle tessiture, iniziato dai primi decenni del secolo, derivante anche dall'introduzione di coloranti sintetici nella colorazione delle lane, dall'utilizzo di lane filate a macchina, e a maggior ragione all'aumento della produzione in risposta alla domanda occidentale, gli Heritz, con la loro struttura grossolana, hanno monopolizzato la fascia bassa del mercato del tappeto, e sono stati considerati, nell'immaginario collettivo, alla stregua di tappeti commerciali, di scarsa qualità.

Basta guardare, a conferma di ciò, gli Heritz vecchi o semi-antichi ancora presenti oggi sul mercato, che presentano disegni poco originali, quasi "a blocchi", tinte sbiadite, densità di annodatura improponibili, per vedere a quale scarso livello qualitativo erano cadute le maestranze che li lavoravano dagli inizi del secolo scorso. Nell'immediato dopoguerra quindi, un potenziale acquirente medio di tappeti orientali, non si sarebbe mai sognato di acquistare un Heritz, se non come esempio di un tipo di lavorazione scadente.

A questo punto, i vari distributori di tappeti, che sapevano che ad Heritz in passato erano stati eseguiti anche manufatti di eccellente qualità (offuscati dalla recente produzione), coniarono un nuovo termine, con il quale commercializzare gli Heritz vecchi (che per noi oggi sono antichi) di buona qualità. Sarebbe stato impensabile infatti convincere i clienti di fascia "alta" che un tappeto fatto ad Heritz potesse rappresentare un buon acquisto, ed allora occorreva una nuovo termine che definisse i migliori Heritz, un nome che potesse acquisire rapidamente la fama ed il prestigio di una "prima classe" del tappeto persiano.

 

 

Il villaggio di Serab, poteva fare al caso; i tappeti ivi annodati erano pochi e poco conosciuti, il nome non era familiare e bastava cambiare una "b" in "p", aggiungere un aggettivo terminale "i" e....voilà...il gioco era fatto.

Il resto è storia, come si suol dire. Per tutto il mezzo secolo passato, i Serapi hanno mantenuto il loro status di "high-end" nel campo dei tappeti antichi. Un Serapi è "meglio di un Heritz.".

Il prezzo di un Serapi in buone condizioni è salito drammaticamente negli ultimi anni. Di conseguenza, molti venditori oggi, sono inclini a rinominare i loro Heritz migliori in Serapi, anche se hanno nervature nel rovescio e la trame azzurre.

Ma in tutta onestà, tutto ciò oltre ad essere disonesto è anche inutile: se saremo in grado di riconoscere che alcuni Mahal, Isfahan, Nain, Tabriz ecc.. sono meglio di altri, dovremo essere in grado di farlo anche con gli Heritz, senza bisogno di una falsa etichetta o di un marchio fasullo che ci faciliti la distinzione.

Di tutte le leggende sui tappeti, quella dei Serapi è una delle più difficili da scrollarsi di dosso.

 

 
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