I Tappeti del Turkestan Orientale (1° parte) |
(fonte tappetimagazine.blogspot.com e per gentile concessione di A. de Reviziis e Paolo) Turkestan letteralmente significa «Terra dei Turchi», ed è una regione dell'Asia centrale, generalmente abitata da popoli turchi. Turchi Oghuz (noti anche come Turkmeni), Uzbeki, Kazaki, Cazari, Kirghisi e Uiguri sono solo alcuni dei ceppi turchi della regione. Questa grande terra turcomanna si suddivide in Turkestan occidentale e Regione Autonoma dello Xinjiang Uyghur (nota anche come Turkestan orientale o "Uyghuristan"), in Cina.
Tappa obbligata lungo la via della seta che per duemila anni ha visto scorrere con le carovane di cammelli il commercio fra Oriente e Occidente il Turkestan Orientale ha vissuto vicende storiche piuttosto complesse, ma se l'influenza cinese iniziò a farsi sentire già prima dell'età cristiana favorendo persino l'introduzione del buddismo, il pattern iconografico della realtà tessile del Turkestan orientale è sempre stato originario degli sciti e solo successivamente è stato condizionato dall'influsso delle culture con cui le popolazioni dell'area venivano a contatto attraverso le invasioni e i viaggi delle carovane. Svariati reperti rinvenuti in tempi recenti grazie alle numerose campagne archeologiche hanno dimostrato come i tappeti del Turkestan orientale avessero una chiara connotazione iconografica propria e non di importazione o di influenza cinese. Le pitture della dinastia cinese Sung confermano questa tesi, con le precise raffigurazioni di tappeti geometrici di chiaro stile turcomanno e turco ma dai colori molto tenui (forse è questo il vero ed insospettato anello di congiunzione (fino ad ora considerato "mancante") tra gli annodati cinesi e quelli turcomanni. Le scarse informazioni sui tappeti cinesi e i limitati reperti, non riescono infatti a delineare una soddisfacente e chiara evoluzione dello sviluppo del tappeto in Cina, ed è lecito pensare che furono proprio i popoli barbari del Turkestan orientale e i mongoli di Gengis khan a far conoscere ai cinesi l'arte del tappeto. Quando Padre Gerbillon missionario gesuita raccontò di un loro viaggio fatto nel 1683 in Cina, vennero per la prima volta forniti dati precisi sulla produzione dei tappeti a Ning-hsia. "Come i nostri tappeti turchi" aveva descritto i tappeti mostrati dall'imperatore K'ang-hsi. Anche se nei documenti il gesuita non ha descritto i motivi dei tappeti visti alla corte dell'imperatore, è plausbile pensare che quel "come i nostri tappeti turchi" volesse significare non solo il metodo di realizzazione, ma anche colori e decori.
Tra i motivi di influenza cinese c’è un decoro a grata costituito dal ripetersi di quadrati formati da quattro “parentesi”, che appare abbastanza frequentemente nella produzione di Khotan e che sarebbe originario di Ning Xia.
Un altro classico della regione sono i tappeti da preghiera, talvolta a nicchia singola, ma più frequentemente decorati con nicchie multiple, i cosiddetti saf; questi ultimi adatti all’adempimento del precetto islamico in ambito familiare o nei luoghi di culto.
(Yarkand, seta, XVIII sec.) E non mancano tappeti con decori di origine occidentale (gol farangh), usualmente realizzati su commissione. Un cenno infine ai tappeti figurati. Nel XVIII secolo il Turkestan orientale fu annesso alla Cina, diventando l’attuale provincia dello Xinjiang. Elementi della cultura cinese iniziarono ad entrare nell’arte locale, in particolar modo raffigurazioni naturalistiche, che furono interpretate secondo la sensibilità locale fino a diventare un elemento autonomo. I tappeti in questione riproducono figure animali e sfondi paesaggistici, talvolta riprodotti realisticamente e talvolta notevolmente stilizzati, e motivi ispirati alle fiabe o alla tradizione. (Khotan, XX sec., da: rugreview.com)
(Khotan, primi '900)
(Khotan, 1930)
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