Le date nei tappeti Stampa

 

L'età di un tappeto è una delle componenti cardine atte ad identificarne anche la rarità e, in sintesi, la qualità. Spesso i tappeti presentano al loro interno una data, o comunque dei numeri, che in molti casi, ma non sempre, indicano proprio la data di esecuzione del manufatto.

La datazione dei tappeti viene quasi sempre indicata con cifre arabiche (ma in alcuni casi a caratteri latini) e, contrariamente al verso della scrittura, queste vengono generalmente redatte da sinistra verso destra. In particolare, mentre nei tappeti caucasici, turchi, indiani, viene quasi sempre rispettato il verso "occidentale" della scrittura, in alcuni tappeti persiani, i numeri vengono riportati seguendo l'andamento della scrittura e cioè da destra verso sinistra. Per ragioni estetiche inoltre, a volte le date vengono ripetute in modo "riflesso" e simmetrico.

 

 

I numeri arabi "o indiani" e l'equivalente in cifre latine.

 

Appare chiaro quindi che, la data in se stessa, non può essere indice univoco per la corretta interpretazione dell'epoca del tappeto, in quanto vi sono molti parametri che possono ingenerare confusione. Esiste infatti la possibilità che venga omessa la prima cifra della data (l'uno delle migliaia), o che la stessa sia scritta nel senso contrario; c'è chi annoda dei numeri che pur assimilabili ad una data, vengono inseriti  solo perchè beneauguranti o, nella peggiore delle ipotesi, tutta la zona in cui sono annodate le cifre della "data", sia il frutto di un "restauro" eseguito ad arte, tendente a "invecchiare" artificialmente un manufatto.

Determinare quindi l'età di un tappeto, significa raccogliere e giudicare equamente tutte le caratteristiche note: la provenienza, il disegno, il tipo e la tonalità dei colori usati, la struttura dell'annodatura e la qualità della lana, cotone o seta, usati. Il "primo acchito", o uno sguardo superficiale, possono facilmente trarre in inganno, in quanto non è difficile trovarsi di fronte a tappeti antichi ben conservati, che sembrano appena usciti dal telaio o, al contrario, a buone imitazioni, invecchiate con gli espedienti più originali e fantasiosi.

Ma, ritornando ai tappeti "datati", che rappresentano comunque una scarsa minoranza nel panorama dei tappeti orientali, proviamo dare la giusta interpretazione a quello che di solito si riesce a vedere....

Va innanzitutto detto che siccome i tappeti venivano annodati per la maggior parte da popolazioni musulmane, le date si riferiscono al calendario islamico, che tiene conto dell'anno dell'Egira, il 622 dopo Cristo, anno nel quale Maometto fuggì dalla Mecca a Medina e che, siccome tale calendario è basato sulle fasi lunari e non su quelle solari come quello gregoriano, ogni singolo anno ha 11 giorni meno del nostro (all'incirca 1/33,7 in meno).

Va da se che per eseguire una corretta conversione, bisogna leggere la data islamica, calcolarne il 33esimo,7, sottrarlo alla data stessa, e aggiungere quindi 622 (che è l'anno di partenza di quel calendario).

Data ad esempio una iscrizione riportante il 1298 avremo:

1298 / 33,7 = 38,52

1298 - 39 = 1259

1259 + 622 = 1881

Per semplicità, almeno per quello che riguarda le date comprese tra il 1870 ed il 1920 (che sono poi la maggioranza dei tappeti datati attualmente in commercio) si usa evitare questo macchinoso calcolo e, semplicemente, aggiungere il numero 582 alla data iscritta nel tappeto. Lo scarto infatti risulta essere inferiore ad un anno.

La domanda seguente a questo punto è stabilire come e quando sia possibile catalogare un tappeto tra i tappeti nuovi, vecchi o antichi. Non esistono a tale scopo tabelle universalmente riconosciute e "scientifiche" ma, in ambito commerciale, si è dimostrata altamente utile e "corretta", la classificazione secondo la quale i manufatti che abbiano superato i 100 anni siano da considerare antichi, quelli in un'età compresa tra i 50 e i 100 anni, vecchi, e i più recenti, seminuovi (tra i 25 e i 50 anni) e nuovi quelli con meno di 25 anni.

top