I Serapi: esistono davvero? Stampa

 

Il mercato dei tappeti non è mai stato così a corto di fantasia nello spiegare la struttura, i formati, o le tipologie degli stessi.

Uno degli esempi più divertenti di questo, è il concetto per il quale i klim tessuti e cuciti nel mezzo, siano stati eseguiti come "tappeti da matrimonio", tessuti per una metà dalla sposa e dalla sua famiglia, e per l'altra metà dalla famiglia dello sposo, e la cui giunzione simboleggi la stessa unione coniugale. In realtà, molto più "prosaicamente", tali klim sono stati tessuti così per la mancanza di telai grandi abbastanza per evitare la giunzione.

Si tende quindi a "colorare" storie come questa, inventando più o meno divertenti aneddoti, piuttosto che creare una strategia valida di vendita e, soprattutto, prepararsi accuratamente sui prodotti che si propongono.

Una delle "storie" più persistenti, è quella per la quale esistessero nell'ultimo quarto del XIX secolo tessitori nel Nordest Iraniano che annodavano un tappeto oggi denominato "Serapi". La cosa riveste una importanza ancor più evidente, se si pensa che oggi i Serapi sono tra i tappeti più costosi e ricercati.

Fermo restando che il termine Serapi non ha nulla a che vedere con il "Serape", altro nome dei poncho messicani, bisogna dire che vi è un villaggio, nel nord dell'Iran, chiamto Serab, oggi abbastanza noto soprattutto per la produzione di passatoie a disegno geometrico su fondo color cammello, ma va altresì detto che la struttura anche tecnica di tali tappeti è estremamente diversa da quella dei tappeti comunemente chiamati Serapi.

 


 

I Serapi sono a tutti gli effetti invece un particolare tipo di Heritz; anzi, a dirla tutta, rappresentano la fascia più alta, in temini di bellezza e qualità di tale produzione, e probabilmente anche i più antichi tra essi. I tappeti tessuti ad Heritz infatti sono generalmente "rozzi", con una densità di nodi estremamente bassa, nervature evidenti sul rovescio, e fanno largo uso, soprattutto dagli inizi del ventesimo secolo, di trame di cotone color azzurro.

I Serapi, al contrario, possono raggiungere una densità di nodi anche tripla (fino a 140.000 nodi a m2) ed usano trame di cotone color avorio, sono più morbidi e più rasati e sottili degli Heritz.

Guardando attentamente un Serapi si può comunque facilmente intuire che appartiene alla stessa tradizione e concezione di annodatura degli Heritz che, va ricordato, nacquero come un "adattamento"  da parte delle popolazioni dell'Azerbaijan Persiano, ai primi Sarouk Ferahan, modificati secondo uno stile più geometrico, astratto, e con decise influenze "tribali".

Come gli Heritz, i Serapi presentano quasi sempre un medaglione centrale di grosse dimensioni, dal quale si diramano palmette stilizzate, tralci, foglie e fiori. In termini di realizzazione quindi, ciò che distingue i Serapi dagli Heritz è l'approccio più raffinato, la maggiore finezza e proporzione dei disegni e, ad esempio, il maggior risalto e l'eleganza che si ottiene, lavorando il disegno dei medaglioni e delle palmette su fondi più omogenei e contrastati.

 


 

Ma allora c'è da chiedersi: "Perchè questa differente etichettatura?"

La risposta risale probabilmente agli anni '50 del XX secolo quando, in seguito allo scadimento qualitativo delle tessiture, iniziato dai primi decenni del secolo, derivante anche dall'introduzione di coloranti sintetici nella colorazione delle lane, dall'utilizzo di lane filate a macchina, e a maggior ragione all'aumento della produzione in risposta alla domanda occidentale, gli Heritz, con la loro struttura grossolana, hanno monopolizzato la fascia bassa del mercato del tappeto, e sono stati considerati, nell'immaginario collettivo, alla stregua di tappeti commerciali, di scarsa qualità.

Basta guardare, a conferma di ciò, gli Heritz vecchi o semi-antichi ancora presenti oggi sul mercato, che presentano disegni poco originali, quasi "a blocchi", tinte sbiadite, densità di annodatura improponibili, per vedere a quale scarso livello qualitativo erano cadute le maestranze che li lavoravano dagli inizi del secolo scorso. Nell'immediato dopoguerra quindi, un potenziale acquirente medio di tappeti orientali, non si sarebbe mai sognato di acquistare un Heritz, se non come esempio di un tipo di lavorazione scadente.

A questo punto, i vari distributori di tappeti, che sapevano che ad Heritz in passato erano stati eseguiti anche manufatti di eccellente qualità (offuscati dalla recente produzione), coniarono un nuovo termine, con il quale commercializzare gli Heritz vecchi (che per noi oggi sono antichi) di buona qualità. Sarebbe stato impensabile infatti convincere i clienti di fascia "alta" che un tappeto fatto ad Heritz potesse rappresentare un buon acquisto, ed allora occorreva una nuovo termine che definisse i migliori Heritz, un nome che potesse acquisire rapidamente la fama ed il prestigio di una "prima classe" del tappeto persiano.

 

 

Il villaggio di Serab, poteva fare al caso; i tappeti ivi annodati erano pochi e poco conosciuti, il nome non era familiare e bastava cambiare una "b" in "p", aggiungere un aggettivo terminale "i" e....voilà...il gioco era fatto.

Il resto è storia, come si suol dire. Per tutto il mezzo secolo passato, i Serapi hanno mantenuto il loro status di "high-end" nel campo dei tappeti antichi. Un Serapi è "meglio di un Heritz.".

Il prezzo di un Serapi in buone condizioni è salito drammaticamente negli ultimi anni. Di conseguenza, molti venditori oggi, sono inclini a rinominare i loro Heritz migliori in Serapi, anche se hanno nervature nel rovescio e la trame azzurre.

Ma in tutta onestà, tutto ciò oltre ad essere disonesto è anche inutile: se saremo in grado di riconoscere che alcuni Mahal, Isfahan, Nain, Tabriz ecc.. sono meglio di altri, dovremo essere in grado di farlo anche con gli Heritz, senza bisogno di una falsa etichetta o di un marchio fasullo che ci faciliti la distinzione.

Di tutte le leggende sui tappeti, quella dei Serapi è una delle più difficili da scrollarsi di dosso.