Falsi sconti e vere "fregature"....le "10 Regole". Stampa

 

Da una quindicina di anni a questa parte, il mondo del tappeto Orientale, più che tutti gli altri ambiti del commercio, sia esso di basso, medio o alto livello, è stato aggredito da modalità di vendita che definire di "concorrenza sleale" è riduttivo: mercanti improvvisati, spesso poco più che imbonitori di bassa lega, cominciarono a far leva sulle smanie affaristiche di clienti sprovveduti, per pubblicizzare svendite e saldi, con sconti a dir poco risibili.

Ma partiamo dall'inizio: ....perchè non credere a questi "regali"?

Va innanzitutto tenuto presente che, per definizione, il "saldo" o la "svendita" si opera su prodotti "fuori moda" o che comunque risentono del cambiamento del gusto e dello stile e, che per questo, perdono interesse e quindi valore. A riprova di ciò, basti pensare al mercato di riferimento nel quale sono nati e si sono sviluppati i saldi: Il mercato dell'abbigliamento e delle calzature. Con l'affermarsi della "moda" e dei disegnatori di moda, che con sempre maggiore frequenza cambiano e dettano lo stile del "vestire", il mercato e i distributori avevano la necessità di smaltire rimanenze di magazzino che, altrimenti, proprio perchè fuori dai canoni estetici dell'anno a venire, diventavano invendibili.

Il mercato dei tappeti, così come quello dell'antiquariato, non ha questo problema! Se infatti una galleria ha oggi a magazzino un Kashan, nel momento in cui lo vende, comprerà un altro Kashan, magari più bello o più brutto, più o meno fine, più o meno costoso, ma qualcosa di non molto diverso dal precedente, proprio perchè il gusto e lo stile del Tappeto Orientale è rimasto pressocchè immutato nel corso dei decenni.

E' vero: esistono produzioni nuove, che tendono a fornire nuovi spunti e stili, ma comunque nel solco della tradizione, e comunque in aggiunta e non in sostituzione al mercato tradizionale. E' anche vero che per favorire un ricambio di magazzino, si può accettare di vendere un prodotto ad un prezzo leggermente inferiore a quello di mercato, ma è stupido pensare che lo si possa fare a prezzo di costo o, addirittura, SOTTOCOSTO! Non avrebbe senso, e tutt'oggi ancora ci meravigliamo della creduloneria di persone che pensano di essere furbe, e cadono in tranelli talmente assurdi, che fanno dubitare della loro stessa intelligenza e scaltrezza.

Ma allora....cosa sono questi continui sconti e svendite che molti negozianti operano sui tappeti?

Sono IMBROGLI! Raggiri belli e buoni che fanno leva sull'ignoranza del pubblico e, spesso, anche sulla voglia di molti clienti di fare "l'affare", magari convinti di essere più furbi del venditore, o peggio, pensando di approfittarsi di un momento di difficoltà del negoziante.

La media della clientela di un negozio di tappeti o di antiquariato, è formata da persone che in molti casi non hanno la minima idea di cosa sia e come sia fatto un tappeto; nel migliore dei casi, molti clienti si credono "esperti" solo perchè hanno ascoltato per ore le FANDONIE che gli imbonitori televisivi propinano a tutte le ore del giorno e della notte dalle varie TV. L'unica verità è che quando si arriva in un negozio di tappeti, si ha solo un'infarinatura di nomi e prezzi, senza alcuna connessione tra loro, e peggio ancora, senza alcuna cognizione di causa e conoscenza reale dei prodotti. Di fronte a certe persone, per un venditore disonesto è facile far credere che un Nain, magari Tabas, abbia un prezzo di partenza di uno Shish-la di alta scuola, e che poi questo venga scontato del 60%, per arrivare ad un prezzo finale che è ancora di un buon 20% superiore al prezzo reale dell'oggetto!

Abbiate presente che spesso chi opera questi "sconti", per avere un certo seguito deve pubblicizzarli! Anche molto! Cartelloni agli angoli delle strade, pagine e pagine di quotidiani e riviste, volantini, cataloghi, sono tutte cose che hanno costi anche molto elevati....Costi che si vanno ad aggiungere al prezzo del tappeto! Per cui spesso, il miglior affare che si può fare andando a comprare da questi turlupinatori, è comprare un oggetto al reale valore di mercato, con in più però, la certezza di essere stati presi in giro, facendoci credere di acquistare un prodotto dal valore molto più elevato.

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La Garanzia

Un discorso parallelo va fatto per la "garanzia" che spesso viene pubblicizzata per convincere i più riluttanti: come qualunque documento, è basilare comprendere ed aver fiducia del redattore; Un assegno bancario firmato da un truffatore è un semplice pezzo di carta colorato, che una volta presentato nei vari istituti, non darà alcun credito...se invece quello stesso assegno è firmato da una persona onesta, quel pezzo di carta si tramuta in denaro contante una volta che viene incassato.

Stesso discorso vale per le garanzie: Tutti questi imbonitori da strapazzo, non hanno alcun timore a scrivere cose inventate, soggettive o parzialmente vere, magari mascherandosi dietro a sigle e lettere puntate, che se contestate, vengono in soccorso del venditore stesso. Una volta mi capitò di assistere in qualità di Consulente Tecnico del Tribunale, ad una diatriba circa una garanzia di un "venditore" che aveva propinato una volgare imitazione indiana (tra l'altro di bassissima qualità) per Tabriz; bene, di fronte alla contestazione, il truffatore fece notare al cliente che c'era una piccola "D" puntata, scritta a lato, che stava a significare "Disegno Tabriz". 

Affari e Rivalutazione

C'è poi chi pensa di acquistare un tappeto (magari antico) col solo scopo di speculare, realizzando forti guadagni in poco tempo: chi parte in questo modo, è decisamente fuori strada. In genere si tratta di un'illusione che colpisce i neofiti, che credono di «fare un affare» comperando un esemplare ad una di queste pseudo-svendite per poi rivenderlo al prezzo di mercato, magari a qualche gallerista.

Si tratta, appunto, di un'illusione: il valore dei tappeti è ben conosciuto dagli addetti ai lavori, e nessun mercante inserirebbe in una svendita un manufatto di valore elevato. Se invece si pensa al tappeto antico come forma di investimento con un orizzonte temporale di 5-10 anni, la soddisfazione per aver acquistato un bell'esemplare si unisce spesso a quello di una rivalutazione consistente.

La prima regola da seguire, però, è proprio quella di acquistare un tappeto solo se piace davvero: in caso contrario, come spesso accade ai collezionisti che si vogliono liberare di un pezzo sgradito, si finisce con lo svendere perdendo denaro rispetto alla cifra iniziale.

La possibile rivalutazione del tappeto è legata a molti fattori: qualità, reperibilità sul mercato e, in qualche raro caso, soprattuto per le nuove produzioni, moda. Ma l'elemento più importante riguarda la deperibilità del tappeto: ogni anno, a causa delle cattive modalità di conservazione o di banali incidenti domestici che provocano strappi o macchie indelebili, si registra una lenta ma costante riduzione dei manufatti disponibili per la vendita, con il secondario effetto di un progressivo incremento dei prezzi, visto che l'offerta fatica sempre più a soddisfare una domanda crescente sul mercato europeo e americano.

Buona norma dunque, è seguire le "dieci regole":

  1. Si devono acquistare i tappeti che piacciono davvero: mai comperare un esemplare solo per il valore economico;
  2. Prima di scegliere il tappeto si deve scegliere il gallerista, privilegiando chi offre le massime garanzie;
  3. Preferire gli esemplari più rari, belli da un punto di vista estetico, con pochissimo restauro. Occorre ricordare che sui pezzi antichi il restauro ha spesso una funzione conservativa e serve per mantenere integro il tappeto. La percentuale restaurata non dovrebbe superare il 5% del totale del tappeto;
  4. Non inseguire i nomi famosi e i periodi storici: quello che conta è la qualità;
  5. Tenere sempre presente che il tappeto può essere una forma di investimento interessante, ma non è mai una speculazione;
  6. Evitare chi propone sconti elevati sui tappeti: un gallerista serio si riserva in genere un margine che va dal 10% al 20% rispetto alla richiesta iniziale;
  7. Evitare le svendite al 70-80%, che purtroppo infestano il nostro Paese. Si trovano solo manufatti di bassa qualità, che in effetti valgono il prezzo che si paga una volta calcolato lo sconto;
  8. Esigere sempre una garanzia scritta e dettagliata, meglio se con foto per i tappeti più importanti, indicante provenienza, dettagli e caratteristiche del tappeto. Ricordarsi che termini come "splendido", "eccezionale", "extra" e così via, sono soggettivi e privi di valore pratico;
  9. In qualche caso il venditore garantisce il riacquisto del tappeto a un prezzo almeno pari a quello pagato (se riportato nelle stesse condizioni). È un elemento in più che depone a favore della serietà del gallerista;
  10. Se non si è pienamente convinti chiedere una perizia indipendente che certifichi il valore reale del tappeto;

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Qualche mito da sfatare

Nell'immaginario collettivo riguardante il mondo dei Tappeti Orientali, esistono poi alcune "certezze" che non hanno assolutamente nulla di "scientifico" e reale. Le più comuni sono le seguenti:

  1. Tutti i persiani conoscono bene i tappeti: E' FALSO! E' come dire che tutti gli italiani conoscono l'arte e la lirica. Ci sono persiani studiosi dei tappeti, altri che sono commercianti, con una conoscenza "normale" del mondo dei tappeti, spesso limitata alle manifatture più recenti, altri (la maggior parte) che non ne sanno assolutamente nulla!
  2. I Tappeti Persiani valgono di più: E' FALSO! Benchè il mondo del tappeto orientale, soprattutto nel nostro paese è stato da sempre associato alla Persia, esistono tappeti persiani scadenti ed altri che sono delle vere e e proprie opere d'arte, così come esistono tappeti eccellenti relizzati nel Caucaso, in Cina, in India, in Turchia e (a macchia di leopardo) un po' in tutto l'Oriente, e tappeti decisamente brutti e poco interessanti, realizzati in tutti questi paesi.
  3. I tappeti "fini" valgono di più: E' FALSO! Ci sono tappeti, come i Serapi, i Bakhshayesh, i Kazak e tanti altri, che non hanno un nodo molto fine e definito, ma sono tra i più costosi e ambiti dai collezionisti. La densità di annodatura e la finezza dell'esecuzione è solo uno dei parametri che indica il valore totale di un tappeto. Tra l'altro, in molti tappeti antichi, questo parametro non viene praticamente preso in considerazione, mentre contano molto di più caratteristiche di rarità, particolarità del disegno, tecniche esecutive e, sempre, qualità delle materie prime utilizzate.
  4. Un tappeto di "nome" è sicuramente buono: E' FALSO! I tappeti prendono il nome, in genere (tranne pochi casi) dalla città o dall'area di provenienza; ma dire che siccome i Kashan (ad esempio) sono tra i migliori tappeti, allora tutti i Kashan sono ottimi tappeti...è un'eresia! Sarebbe come dire che siccome Napoli è famosa per i sarti da uomo, se compro una giacca cucita a Napoli, ho di sicuro un prodotto di "alta sartoria", mentre invece posso comprare una giacca, magari realizzata a Napoli da una qualunque "sartina" di terza categoria, senza alcuna velleità di alto taglio e/o cucitura. Esistono quindi Isfahan di qualità e altri decisamente scadenti, così come Tabriz, Qum, Nain, Kirman, e chi più ne ha, più ne metta.

Le Aste

Un altro grande rischio per chi decide di comperare un tappeto sono le aste. Non quelle dei grandi nomi come Sotheby's o Christie's, ma le tante aste minori che in estate si svolgono un po' ovunque nelle località di villeggiatura.

Qui, con la roboante promessa della vendita all'incanto di tutti gli arredi della villa di una ricca famiglia, vengono assai spesso proposti anche tappeti di bassa qualità. Più o meno dello stesso livello riscontrabile nelle svendite più selvagge.

Ci possono essere, nel mucchio, anche pezzi abbastanza interessanti; Mai però i capolavori: nessuno rischierebbe di mettere in vendita in un'asta di scarso richiamo un tappeto destinato a spuntare qualche decina di migliaia di euro o di dollari a Londra o New York. Quindi, se si decide di provare a comperare, è bene seguire alcune regole:

Esame preliminare: come prima cosa cercate di esaminare nell'esposizione prima dell'asta i tappeti che potrebbero interessarvi. Mai fidarsi di quello che credete di vedere da cinque o dieci metri di distanza, o di quello che sentite dire dal banditore. Le parole non sono un certificato di garanzia e solo le grandi case d'asta, nel loro regolamento, garantiscono l'autenticità dei pezzi proposti.

Limite di spesa: Fissate per ogni tappeto un vostro prezzo massimo oltre il quale non volete andare, senza dimenticare che rispetto al valore battuto occorre aggiungere il diritto d'asta (che in genere oscilla tra il 16 e il 33%). In caso contrario il rischio è quello di farsi trascinare dall'entusiasmo, inseguendo a caro prezzo un tappeto che viene richiesto da più compratori.

L'offerta: Prima di fare una vostra offerta aspettate che vengano battuti un po' di pezzi. Facendo attenzione potreste accorgervi, per esempio, che ci sono in sala persone che rilanciano sempre ma non comprano mai. Talvolta, è bene saperlo, nelle aste poco oneste ci sono finti compratori che lavorano in accordo con il battitore per far salire le offerte: state certi che in questo caso, raggiunto il prezzo voluto, l'ultima offerta sarà sempre la vostra.

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