Il Taj Mahal - Un po' di storia tra leggenda e realtà Stampa


 


 

Il Taj Mahal , chiamato anche il mausoleo dell’amore , è uno dei monumenti più conosciuti e visitati al mondo.
Non a caso è stato inserito nell'elenco delle sette Meraviglie del mondo moderno.
Il poeta indiano Tagore definì il magnifico mausoleo come "una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo”.
Il Taj Mahal fu fatto erigere nel 1632 dall’imperatore Shan Jahan, come residenza funebre per commemorare la figura della sua amata moglie Mumtaz-i-Mahal, che, in lingua persiana, significa "Luce del Palazzo”.


La donna morì di parto dopo aver dato alla luce il loro quattordicesimo figlio.


La leggenda narra che l’Imperatore , distrutto dal dolore, decise di far costruire questo imponente monumento, a testimonianza del suo amore eterno verso la donna e che a causa dell’infinito dolore, l'imperatore invecchiò nel giro di pochi mesi e che i suoi capelli corvini divennero, improvvisamente, bianchi come la neve.


Si narra ancora che quando Mumtaz-i-Mahal era ancora in vita, ottenne dal marito quattro promesse: la prima era quella di costruire un tempio, la seconda quella che si sarebbe sposato ancora, la terza quella di essere sempre gentile e comprensivo con tutti i suoi figli, ed infine, l’ultima quella di visitare la sua tomba ogni anno, in occasione della ricorrenza della sua morte.


La costruzione del Taj Mahal, come già detto, iniziò nel 1632 e venne completata in 22 anni di duro lavoro. Probabilmente furono più di mille gli elefanti che vennero utilizzati per trasportare i pesantissimi marmi.
La cupola è composta esclusivamente da marmo bianco e la posizione, cosi vicina al fiume Yamuna, permette un magico e raro gioco di colori, che mutano durante le ore del giorno e a seconda dei cambiamenti stagionali. Come un diamante prezioso, il Taj Mahal brilla quando le pietre semi preziose, incastonate nel marmo, incontrano le luce del giorno e della notte.
Capita cosi, di ammirare queste sfumature e le varie tonalità: rosato al mattino, bianco-argento alla sera, dorato quando sorge la luna.
Tutto questo gioco di luci, ombre e colori, conferisce al luogo l’idea della magia, dell’incanto, della favola; quasi a voler rispecchiare la mutevolezza dell’umore femminile.