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Simboli Geometrici

Nella rappresentazione dei simboli a impianto geometrico molto ricorrente è la svastica, nota anche con il nome di croce uncinata. La sua origine si perde nella notte dei tempi e probabilmente risale alle antichissime popolazioni indoeuropee. Esse professavano una religione politeista e ponevano la residenza delle loro divinità benefiche in cielo, unico elemento immutabile nelle loro continue migrazioni nomadi. La svastica risale appunto alla loro religiosità urania, poiché è costituita da un centro dal quale si dipartono elementi a raggio con andamento a vortice. Nell'emblema potrebbe essere rappresentato il sole, attorniato dalle costellazioni o, secondo recenti ipotesi interpretative, stormi di uccelli riprodotti a protomi.

In area persiana, dalla croce uncinata si elaborò successivamente il simbolo della stella a otto punte, che spesso sui tappeti funge da medaglione centrale per comunicare il concetto della centralità della volta celeste.

Esiste poi una serie di simboli che, anche se in alcuni casi non propriamente geometrici, sono disposti lungo tutto il campo del tappeto in modo uniforme e secondo una geometria ben definita. Tra questi spiccano:

il Boteh, impropriamente chiamato Kashmir perché riprodotto nei tessuti indiani, presenta una forma simile ad una goccia (lacrima di Buddha, o di Allah, a seconda delle religioni) o ad una mandorla, ma per alcuni rappresenterebbe la fiamma del fuoco dei templi zoroastriani.

L'ipotesi più attendibile comunque, è che sia la rappresentazione di un cipresso con la punta piegata da un lato, anche se il suo nome in persiano significa "cespuglio, piantina, mazzo di fiori".

 
Herati o Mahi, diffuso in tutto il Nord dell'Iran: il disegno è composto da una rosetta centrale racchiusa in un rombo con ai vertici altre due rosette di dimensioni inferiori, mentre lungo i quattro lati ruotano quattro foglie falciformi, dalla forma stretta ed allungata che può ricordare quella di un pesciolino.
Per questo motivo in persiano è detto anche mahi che significa "pesce".
Si distinguono con questo decoro zone di produzione come Tabriz, Bijar, Birjand e Mud.

 

 Il Gul, che in persiano significa "fiore", è il motivo più diffuso a Bukhara e Yamoud ed in tutto il Turkestan occidentale in generale.
Costituito da un piccolo medaglione ottagonale, esagonale o romboidale, è suddiviso in quattro parti di diverso colore (il rosso è il colore predominante utilizzato per il campo ed il nero-blu ed il bianco come rifiniture), ospitante al suo interno altre piccole forme geometriche come stelle ad otto punte, quadrati, losanghe, ecc..
Non conoscendosi esattamente la sua origine, le interpretazioni di questo disegno variano dalla rosa alla zampa d'elefante.

Il motivo Minah Khani, tipico del Veramin persiano, è formato da quattro fiori identici, simili alle margherite, disposti a rombo ed uniti da un sottile gambo.

All'interno del rombo vi è un fiore più piccolo. Il motivo ripetuto più volte forma una sorta di grata.

Joshaghan, è formato da un susseguirsi di rombi decorati con fiori stilizzati.
Utilizzato nei Meimeh persiani e nelle vecchie manifatture di Kashan.

Kbarshiang, significa "granchio" ed origina in Persia durante il regno di Shah Abbas, ma è soprattutto usato nei tappeti di Shirvan (Caucaso).
Decorazione floreale schematizzata, è composta da un insieme di grandi fiori che nella loro forma ricordano appunto un granchio.

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Simboli Numerici

Anche certe raffigurazioni simboliche legate al valore magico dei numeri hanno lasciato la loro testimonianza in alcuni aspetti iconografici dei tappeti orientali. Privilegiato è il quattro, emblema degli elementi originari (aria, acqua, terra e fuoco), delle stagioni, dei punti cardinali e delle settimane che si susseguono in un mese.

La sua rappresentazione ha influenzato gli impianti di molti esemplari costituiti da un medaglione centrale e da quattro cantonali, ognuno dei quali è esattamente la quarta parte del medaglione che campeggia al centro.

Questa forma di quadripartizione dello spazio, trova la sua corrispondenza nell'antichissimo simbolo della luna sumera divisa in quattro spicchi che, uniti, compongono un intero.

C'è poi la mistica del dispari: In Oriente i numeri dispari sono considerati maschili e portano fortuna, il numero delle bordure dev'essere dispari, il numero delle trame dev'essere dispari.

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