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Isfahan Stampa E-mail

Isfahan (o Esfahan) è una città, già nota nell'antichità con il nome di Aspadana, capoluogo della provincia omonima, posta a margine della catena montuosa degli Zagros, sul fiume Zayandeh che la taglia in due e che oggi conta all'incirca 2 milioni di abitanti. E' una delle città più importanti di tutto l'Iran, in quanto oltre ad essere una delle più antiche, è anche piena di vestigia e architetture di importanza fondamentale nel panorama culturale ed artistico iraniano e mediorientale più in generale.

Già capitale del regno, ai tempi della dinastia safavide (1501-1736)  ed in particolare sotto lo Scià Abbas I il grande,  Isfahan ebbe un notevole sviluppo, urbanistico e culturale, che si nota tutt'oggi andando a rimirare bellezze assolute come l'imponente moschea degli Imam (risalente al XVI secolo), il celeberrimo e meraviglioso ponte safavide a 33 arcate (Sio-Seh Pol) che congiunge le due rive del fiume, o la "Piazza metà del mondo" in farsi "Meydan Naqsh-e Jahān", seconda al mondo per grandezza solo a Piazza Tienanmen.

Un'influenza cruciale alla crescita dell'intera città, Isfahan la ha ricevuta dallo sviluppo di alcune arti e culture (in alcuni casi peculiari e uniche) che sin dal '500 cominciarono a prendere piede in essa. Basti pensare alla lavorazione e cesellatura dei metalli, alla decorazione delle ceramiche, a quella degli intarsi in legno (i famosi Khatam, con i quali vengono realizzati oggetti di tutti i generi ed estremamente caratteristici) ma, di sicuro, non si può dimenticare l'importanza che la manifattura tessile ha avuto, a partire dalla lavorazione di sete, lane, cotone, broccati ecc...fino alla celeberrima produzione di tappeti di Isfahan che, dal XVI secolo in poi, e fino ad oggi, ha rappresentato il "non plus ultra" delle capacità dei maestri annodatori di tutta la Persia. Abbas I infatti, fece di Isfahan il centro dell'impero, portando li i migliori maestri, ed incentivando, in ogni modo possibile, la creazioni di capolavori ed opere d'arte. I famosi Polonaise, realizzati in genere con inserti in metalli preziosi (oro, argento) e seta, sono probabilmente l'esempio lampante di tale affermazione.

Successivamente, conclusosi il glorioso periodo gravitante attorno alle manifatture imperiali, la tradizione tessile è continuata in laboratori che alla fine dell'Ottocento si sono avvalsi dell'opera dì disegnatori famosi e, da quel momento, fino ad oggi, l'arte tessile di Isfahan è rimasta un fulgido esempio di altissima qualità, inventiva ed estro, testimoniato da nomi di maestri annodatori del calibro di Seirafian, Davari, Enteshar e Haghighi.

 

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Lavorati su telai verticali, i tappeti di Isfahan vengono realizzati con l'ausilio di fondazioni (trame ed orditi) che possono prevedere indifferentemente la seta o il cotone; Spesso questi ultimi prendono anche il nome della vicina Najavabad, mentre i tappeti annodati con "l'anima" interamente in seta, conservano il nome di Isfahan. Anche le lane di questi esemplari (utilizzate per il vello, a volte con contorni in seta) sono estremamente particolari, tant'è vero che non è raro identificare lane di provenienza australiana (merinos) o comunque kork. In alcuni casi, è addirittura possibile trovare degli esemplari realizzati con orditi haft rangh (sette colori) di seta, un po' come avviene per alcuni Senneh. Ed è senneh, asimmetrico, il nodo che viene utilizzato per comporre gli Isfahan, dopodichè si procede in genere ad una rasatura sempre molto bassa, proprio per evidenziare la finezza (densità di annodatura) che in alcuni esemplari può raggiungere quasi il milione e mezzo di nodi al m2.

I disegni più utilizzati rappresentano il più delle volte elaborate riproduzioni dei disegni d'epoca safavide, aggiornati e reinterpretati dagli ustad che lavorano per i principali laboratori urbani, come Seirafian e Sarraf Mamoury.

L'impianto a cui maggiormente si ricorre è quello a medaglione, con rosoni centrali rotondi e polilobati.

Un'altra composizione frequente, vede rosette e palmette "Shah Abbas" connesse da eleganti "Eslimi" (tralci) su un fondo chiaro, oppure quella denominata "Moschea", ispirata dalle cupole e dalle decorazioni multicolori delle architetture islamiche, o dai giardini e dai palazzi della città. Infine, tra gli Isfahan, si contano numerosi esemplari figurati, destinati in prevalenza al mercato interno: si tratta di riproduzioni delle più tradizionali raffigurazioni dell'epica persiana, o composizioni che si ispirano all'arte contemporanea.

Innumerevoli i bordi utilizzati, spesso ispirati a quelli della tradizione classica, con cartigli e palmette. 

Anche riguardo la colorazione degli Isfahan, c'è da dire che difficilmente si trovano esemplari con meno di 8 - 9 colori, e in alcuni casi si possono ammirare tappeti che ne presentano fino a 16 - 18. Tra questi, non manca mai l'azzurro, il beige crema, e il rosso cupo, ma molto comuni sono anche il blu notte, il bianco e il verde.

 

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Esempi di Isfahan

 

Scheda Tecnica degli Isfahan:

Trama: Cotone o Seta

Ordito: Cotone o Seta

Vello: Lana o Lana e Seta

Nodo: Persiano (senneh, asimmetrico)

Densità di annodatura: 300.000 - 1.400.000 nodi al m2.

Misure Principali: 110 x 70 - 170 x 110 - 240 x 160 - 300 x 200

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